a cura della redazione
Cambiare stile di vita dopo la diagnosi di diabete di secondo tipo potrebbe migliorare gli esiti della malattia, ma non ci sono ampi studi che mettono a confronto i risultati ottenuti dai diversi interventi. Questo studio multicentrico, a gruppi paralleli, randomizzato, svolto nel Regno Unito, indaga e paragona gli effetti ottenuti dall’introduzione di una dieta e di attività fisica sulla pressione sanguigna e sulle concentrazioni di glucosio su un gruppo di 600 adulti fra i 30 e gli 80 anni di età, nei quali il diabete di tipo 2 era stato diagnosticato 5-8 mesi prima. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi:
1. cura standard (iniziali consigli alimentari e follow-up ogni 6 mesi), gruppo di controllo;
2. dieta intensiva (consulto dietologico ogni 3 mesi, con supporto specialistico mensile);
3. dieta intensiva più un programma di attività fisica misurata con podometro.
Lo standard di cura per pazienti con nuova diagnosi di diabete di 2° tipo nel Regno Unito prevede una iniziale somministrazione di consigli dietetici individuali o con la partecipazione a una giornata educativa.
Nel programma di dieta intensiva obiettivo era consentire ai pazienti di perdere il 5-10% del loro peso corporeo iniziale e di mantenere questo risultato durante tutto lo studio. La dieta non era prescrittiva, ma l’obiettivo era di volta in volta negoziato con ogni singolo partecipante in una seduta individuale con la dietista. I partecipanti hanno visto la dietista ogni 3 mesi, ma i consigli dietetici e la definizione degli obiettivi è stata rafforzata con altri appuntamenti con personale infermieristico specializzato.
I pazienti del terzo gruppo (dieta + attività fisica) hanno ricevuto lo stesso intervento dietetico del secondo gruppo e, inoltre, è stato loro chiesto di fare almeno 30 minuti di camminata di buon passo almeno 5 giorni a settimana, in linea con le linee guida nazionali per la attività fisica. Ogni paziente è stato dotato di un contapassi e di una cartella contenente letteratura motivante e pagine per la registrazione quotidiana di attività fisica (letture contapassi). Dopo 6 mesi, l’indice glicemico era peggiorato nel gruppo di controllo, mentre era migliorato sia nel gruppo dieta che in quello dieta + attività fisica. Queste differenze persistevano anche a 12 mesi, nonostante il minor uso di farmaci per il diabete. I miglioramenti sono stati osservati anche nel peso corporeo e nella resistenza all’insulina; la pressione sanguigna è risultata simile in tutti i gruppi e si è evidenziata una ridotta necessità di trattamento farmacologico rispetto al trattamento convenzionale.
Mentre l’intervento con una dieta intensiva subito dopo la diagnosi si è dimostrato in grado di migliorare il controllo glicemico, l’aggiunta di attività fisica non ha portato ulteriori benefici. Questo può essere spiegato con il fatto che, mentre esiste personale specializzato in nutrizione e alimentazione (vedi dietologo), pochi medici sono addestrati per dare consigli appropriati riferiti all’attività motoria e quindi l’informazione è spesso generale, piuttosto che su misura per le esigenze di ogni singolo paziente. Inoltre, la somministrazione di esercizio fisico è stata comunque leggera e di breve durata e la misurazione “self-report” manca chiaramente di oggettività. Per aumentare i livelli di esercizio fisico nei pazienti con diabete di tipo 2, i servizi clinici dovrebbero essere ristrutturati includendo operatori sanitari riqualificati, ma dal momento che la formazione sanitaria richiede un costo aggiuntivo, si suggerisce che l’intervento nella fase iniziale dovrebbero concentrarsi sul miglioramento dieta.
Diet or diet plus physical activity versus usual care in patients with newly diagnosed type 2 diabetes: the Early ACTID randomised controlled trial R C Andrews, A R Cooper, A A Montgomery, A J Norcross, T J Peters, D J Sharp, N Jackson, K Fitzsimons, J Bright, K Coulman, C Y England, J Gorton, A McLenaghan, E Paxton, A Polet, C Thompson, C M Dayan
www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(11)60442-X/fulltext